lunedì 28 gennaio 2008

Tembo fa le cose buone

Il personale di volo ha chiuso lo sportello principale dell'aereo, i motori sono accesi: si attende soltanto il via libera dalla torre di controllo per cominciare la rincorsa che porta in cielo. Tutto, o quasi, è pronto. E' questione di giorni, pochi, pochissimi, poi le parole lasceranno il posto ai fatti. Finalmente.
Nell'attesa, sono felice di presentarvi le persone che hanno partecipato attivamente alla costruzione del progetto Baseballitalia. Sono in tre, ma fanno per dieci. Si fanno chiamare Tembo, come il nome della società che ha sede a Torino e che veicola il loro lavoro in giro per il mondo. Mi sono chiesto come declinare al popolo della strada il loro talento, per spiegare con termini appropriati la loro destinazione d'uso. Mi è venuto incontro un messaggio e-mail, il testo: agenzia di communication design. La Tembo fa questo e lo fa bene, molto bene. Per non cadere nell'errore, vi rimando al sito internet,www.tembo.it, da quelle parti potrete trovare un po' di tutto sull'attività dell'azienda, certo non il loro carattere, le loro abitudini, le sfumature, i dettagli. E allora, vale la pena di spendere due parole a proposito.
Tembo-Marco è l'uomo dei codici, quello che trasforma l'idea in numeri e viceversa. E' il direttore-operaio dell'azienda, indica la strada e la percorre, organizza, parla e suggerisce. Poi si ferma, chiede consiglio e prosegue. A lui spetta anche il compito di presentare il catalogo Tembo a potenziali clienti e sponsor. Lui tratta il denaro. Lo farà anche per Baseballitalia. Senza di lui, non ci sarebbe la Tembo. Senza di lui, non ci sarebbe Baseballitalia. Tutti in piedi, applauso.
Tembo-Michele è invece l'uomo del disegno che diventa grafica. Muove le figure sul video, le trasforma, le prende e le strapazza, quindi le incolla su un documento, le colora, le ritaglia. Una volta, un'altra ancora, fin quando fa male, fin quando ce n'è. Se Marco è il sarto, lui è lo stilista. Che inventa e studia soluzioni ardite e porta la poesia su una tavolozza. A Tembo-Michele va il merito di aver confezionato l'abito che indosserà Baseballitalia. Senza di lui, il nostro progetto sarebbe un foglio bianco. Tutti in piedi, un altro applauso.
Tembo-Ivan è più vicino a Matrix di quanto pensi. Per la capacità di nuotare e rimanere a galla nel flusso di dati che si trasformano in immagini e suoni. Se lo avesse conosciuto Neo (il Keanu Reeves del film che ha fatto scuola), lo avrebbe voluto come spalla in tutte le sue missioni. Tembo-Ivan è il responsabile delle riprese video e della loro messa in onda. Tv, spot, banner, link, rimandi e magie. A lui, il compito di diffondere Baseballitalia nell'etere. E di studiare il vostro telecomando, si intende. Se vi siete seduti, avete perso del tempo. In piedi, l'applauso ora tocca a lui.
Dicevo tre, ma spesso sono in quattro. Il quarto, il giovane, l'entusiasta, l'apprendista stregone, si chiama Tembo-Federico. Lui raccoglie e smista. E' l'uomo che si è disperato alla ricerca dei dati delle società di baseball della penisola. E che dirigerà il traffico nella community che vi faremo conoscere a breve. Ecco, lui sarà il vigile urbano del nostro portale. State accorti, non scherza. Se vedete che sventola la paletta, accostate, è un consiglio. L'applauso? Ma sì, perché no, le mani sono calde, tanto vale approfittarne.
Questa è la Tembo, queste sono le persone che hanno messo mano ad un progetto che era solo su carta e lo hanno trasformato in un aereo di linea che ci auguriamo soddisferà le esigenze dei viaggiatori più esigenti. Allacciate le cinture, ci stiamo muovendo...

Dario Pelizzari

venerdì 25 gennaio 2008

Le vacche grasse della Valtellina

Sapete che c'è? C'è che a pensare male e ad agire ancora peggio si diventa diffidenti. E si guarda al prossimo con un timore che certamente non aiuta l'attivarsi di nuove relazioni di cortesia. Nel baseball italiano, la diffidenza è grassa come una vacca della Valtellina. Sono diffidenti gli addetti stampa di alcune società di massima divisione, ma pure quelli di C, quando ci sono, non scherzano. Sono diffidenti i responsabili di alcuni comitati regionali. E pure quelli che si occupano di relazioni esterne in Federazione. La diffidenza è la vision del gruppo che si diverte a fare baseballi in Italia. Le cause: le sole che sono state recapitate negli anni alle persone sopra indicate. Quelle del tipo "da oggi ci siamo noi a raccontare il baseball, vedrete che scintille". Che oggi basta aprire un blog per dire di fare informazione sullo sport che ci piace tanto. Certo, se si considera quali sono i confronti, la teoria non è poi del tutto sbagliata. Ma diamine, fuori c'è il sole, apriamo le finestre, facciamo entrare un po' di aria fresca. E soprattutto non contiamoci palle colossali, che poi non riusciamo a sostenerle nel tempo. Di telefonate santissime nell'approccio e nelle intenzioni ne saranno arrivate a decine ai responsabili della comunicazione delle società italiane. Per non parlare dei messaggi e-mail. La Federazione, c'è da giurarci, prima o poi aprirà anche una nuova casella di posta per smistare queste bellissime letterine. La chiamerà: fanfaroni. E poi si dice della diffidenza, voi non lo sareste? Noi sì, non c'è dubbio. Anche se a sparare nel mucchio, va detto, si corre il rischio di colpire degli innocenti. Che poi si lamentano perché vorrebbero fare tante cose e non ce la fanno perché le persone che dovrebbero comunicare non comunicano o lo fanno a metà. Baseballitalia nasce sotto il segno del Capricorno, è testardo e folle, ma pure molto carino e amorevole. Signori del baseball, prima di aprire la porta di casa, guardate dallo spioncino, è un vostro diritto e dovere. Ma se doveste vedere un tale con la targhetta di Baseballitalia, state tranquilli, è pacifico, spesso pure simpatico. Non vende aspirapolvere e non rompe troppo le palle. Lui chiede, propone, suggerisce. Se qualcuno lo ascolta, è felice. Altrimenti, passa alla porta successiva e chi si è visto, si è visto.

Dario Pelizzari

mercoledì 23 gennaio 2008

Denaro, cosa brutta, noi non ci stiamo

In attesa che dalle parole si passi ai fatti, e che Baseballitalia diventi una realtà a tutti gli effetti, tangibile, evidente e criticabile, utilizziamo questo spazio per darvi conto di quello che capita intorno a noi. Ci ha scritto un tifoso, un giocatore, un dirigente, non lo sappiamo, la rete nasconde chi si vuole nascondere, ma questo è poco importante. Ci chiede se Baseballitalia ha scelto di proporsi al suo pubblico un po' alla volta per questioni di convenienza, di denaro. A suo dire, chi sta dietro al progetto ha scelto di svelare i contenuti del sito con la pazienza del coltivatore di canapa (la nota di colore è roba nostra) perché in attesa di definire un contratto di sponsorizzazione con qualche grande nome dell'industria italiana. Geniale, assolutamente geniale. Giuro, non ci avevamo pensato. Chiamateci sprovveduti, chiamateci dilettanti, ma noi a questa ipotesi proprio non ci avevamo pensato. E dire che non sarebbe stato male, contarvi una balla, intendo. Raccontarvi quello che stiamo facendo e che vogliamo fare, nascondendo il fatto che per noi era necessario prendere tempo per monetizzare la nostra idea. Spiacente di deludervi, non siamo così furbi, proprio no. La verità è quella che vi abbiamo scritto, riga per riga. Stiamo lavorando per completare le ultime parti del sito, non è cosa facile, credetemi. Perché non abbiamo riferimenti diretti, è tutta farina del nostro sacco, e ci vuole tempo. Poi magari qualcuno non lo sa e allora è meglio chiarirlo subito: il baseball, in Italia, non produce denaro. Almeno, il denaro che produce è così poco che è sufficiente a dare da mangiare a qualche oriundo e ai tipi della Federazione, nulla di più. E a proposito delle ragioni per spiegare il fenomeno, non basterebbero 24 ore di passione e una grande pazienza. Dire che Baseballitalia sta rallentando volutamente il proprio lavoro per attendere la decisione di mister Milione è un azzardo che merita, come risposta, una grassa risata. Intendiamoci: se mister Milione arrivasse davvero, noi non faremo alcuna resistenza, perché folli sì, ma stupidi no. Anzi, a dirla tutta e per completare il pensiero: il nostro progetto prevede, nel tempo, di ricavare denaro da alcune iniziative di sponsorizzazione. Come fanno tutte le aziende che vogliono continuare ad esistere e che hanno l'ambizione di fare sempre meglio. E perché il denaro spesso permette di controllare le lancette dell'orologio, almeno in parte. Con il portafogli gonfio di banconote (si fa per dire, è che ci siamo fatti prendere dall'enfasi del momento), le persone che lavorano attualmente al progetto, potrebbero permettersi di dedicare più tempo allo sviluppo dei suoi contenuti. Insomma, si farebbe sempre meglio, ma questa non è una notizia. Nel frattempo, come si diceva, stiamo lavorando affinché dalle parole si passi ai fatti. Per il resto, abbiate fiducia, noi ci siamo.

Dario Pelizzari

martedì 22 gennaio 2008

Telecamere o telepapere?

Altro giro di giostra. Si diceva dell'importanza della comunicazione in un mondo, quello del batti e corri nostrano, che ha sempre fatto fatica ad affermare il proprio brand nei canali dell'informazione che conta. Sull'argomento, si discute da tempo, ma non si è mai arrivati ad una vera e propria definizione del problema; circa la soluzione dello stesso, beh, prendete posto, le cose andranno per le lunghe. C'è chi pensa che per avere un baseball importante in Italia, sia necessario poter fare affidamento su un importante progetto di comunicazione alle spalle, quindi: arrivano le telecamere della tv, finalmente il baseball può crescere. E c'è chi pensa il contrario, che il baseball di casa nostra debba diventare migliore per attirare i media come le api con il polline, dunque: il baseball è cresciuto, finalmente possono arrivare le telecamere della tv.

Comunque la si voglia intendere, la prospettiva Nevski sul caso in questione, crea da anni grattacapi a coloro che dettano i ritmi di questo sport in Italia. Perché non se ne esce, o si dice che il baseball è un prodotto di importazione sul quale gravano dazi troppo alti (per cultura, tradizioni, logiche e ideali, il Bel Paese non somiglia agli Usa, ma allora che dire del Venezuela o della Repubblica Dominicana?), oppure si provi a cambiare completamente direzione, che tanto per girare, possibile che si trovi la strada giusta. Un amico, qualche giorno fa, mi ha proposto una riflessione che ancora oggi faccio fatica a comprendere in tutte le sue sfumature, ve la propongo: la popolarità di uno sport è direttamente proporzionale al numero degli atleti che scendono in campo ad ogni partita; perché il baseball dovrebbe avere più spazio dell'hockey su ghiaccio sulle pagine dei quotidiani sportivi? Perché una scelta si deve fare: a parità di condizioni, il calcio la fa da padrone, restano le briciole e, per una mollica di pane, i piccioni sono disposti anche a farsi del male.

Baseballitalia e la comunicazione. Si è detto della tv, dello spot (a proposito, ci stiamo lavorando, vi diremo qualcosa di più nei prossimi giorni), dello spazio che dedicheremo alle società, oggi vi parliamo del nostro modo di intendere lo scambio di informazioni all'interno e all'esterno del sito web. Se vi dicessimo che Baseballitalia potrà contare su forum e blog, non farebbe notizia, siete uomini navigati, di cose come queste ne avrete viste a dozzine. Certo, ci saranno anche forum e blog, ma ci sarà anche e soprattutto un sistema di comunicazione interna tra i vari protagonisti del baseball italiano, dai giocatori ai dirigenti, fino agli spettatori, che diamine, come non considerarli. Qualcosa di simile ad una rete Intranet, che permetta di relazionarsi con gli altri attraverso lo schermo di un computer. Come dire, poteva andare peggio, non credete?

Dario Pelizzari

domenica 20 gennaio 2008

Canto al baseball, tra una pallina e l’altra

Al di là del bene e del male, delle partite vinte e di quelle perse, della prestazione dei giocatori sul campo, delle raccomandazioni dei tecnici negli spogliatoi e degli sguardi assorti dei dirigenti sugli spalti, v'è l’essenza stessa del gioco: la passione, la fatica, la delusione, l’entusiasmo, il dolore, la gioia. La vita. Proprio così, il baseball, per molti, è una metafora dell’esistenza. E’ una simulazione più o meno verosimile della realtà, un caleidoscopio di emozioni condensate in poco più di due ore, sensazioni che si sublimano attraverso il movimento di una pallina che gira per il campo senza alcuna apparente destinazione.

Oggi è domenica, Baseballitalia tira il fiato, da domani si riparte e l’arrivo ormai è a un tiro di schioppo. Ci siamo chiesti cosa avremmo potuto e voluto raccontarvi: vi abbiamo detto della tv, dello spazio che riserveremo alle società, domani vi daremo conto di altri contenuti. Tanti fuochi d’artificio, sono promesse che manterremo, statene certi. Nel frattempo, vogliamo farvi un regalo, convinti, come siamo, che per molti, tra voi, il baseball sia qualcosa di più che una partita di due ore o poco più nel fine settimana. Si tratta di una poesia di Lawrence Ferlinghetti, uno dei grandi maestri della letteratura americana del secolo scorso. E’ un canto al baseball, bellissimo, struggente. Sorpresi? E’ solo l’inizio, miei cari, solo l’inizio…

Dario Pelizzari

BASEBALL CANTO

Watching baseball, sitting in the sun, eating popcorn,
reading Ezra Pound,
and wishing that Juan Marichal would hit a hole right through the
Anglo-Saxon tradition in the first Canto
and demolish the barbarian invaders.
When the San Francisco Giants take the field
and everybody stands up for the National Anthem,
with some Irish tenor's voice piped over the loudspeakers,
with all the players struck dead in their places
and the white umpires like Irish cops in their black suits and little
black caps pressed over their hearts,
Standing straight and still like at some funeral of a blarney bartender,
and all facing east,
as if expecting some Great White Hope or the Founding Fathers to
appear on the horizon like 1066 or 1776.
But Willie Mays appears instead,
in the bottom of the first,
and a roar goes up as he clouts the first one into the sun and takes
off, like a footrunner from Thebes.
The ball is lost in the sun and maidens wail after him
as he keeps running through the Anglo-Saxon epic.
And Tito Fuentes comes up looking like a bullfighter
in his tight pants and small pointy shoes.
And the right field bleechers go made with Chicanos and blacks
and Brooklyn beer-drinkers,
"Tito! Sock it to him, sweet Tito!"
And sweet Tito puts his foot in the bucket
and smacks one that don't come back at all,
and flees around the bases
like he's escaping from the United Fruit Company.
As the gringo dollar beats out the pound.
And sweet Tito beats it out like he's beating out usury,
not to mention fascism and anti-semitism.
And Juan Marichal comes up,
and the Chicano bleechers go loco again,
as Juan belts the first ball out of sight,
and rounds first and keeps going
and rounds second and rounds third,
and keeps going and hits paydirt
to the roars of the grungy populace.
As some nut presses the backstage panic button
for the tape-recorded National Anthem again,
to save the situation.

But it don't stop nobody this time,
in their revolution round the loaded white bases,
in this last of the great Anglo-Saxon epics,
in the territorio libre of Baseball.

Lawrence Ferlinghetti

sabato 19 gennaio 2008

Ciak, si gira, Baseballitalia fa lo spot

La notizia del giorno: il giocatore italiano di baseball non teme il confronto con una videocamera. Sebbene non sia solito vedere un qualche attrezzo di ripresa all'interno di un campo da baseball, né prima né dopo una partita, il giocatore italiano di baseball dimostra di sapere come gestire i tempi e gli spazi di un incontro ravvicinato del terzo tipo, quello del faccia a faccia, e vada come deve andare.

L'occasione per verificare l'attendibilità di questa tesi l'abbiamo avuta stamane, nel corso della realizzazione dei primi spot che contiamo possano veicolare la diffusione del nostro progetto, Protagonisti, i giocatori dell'Avigliana Baseball, società che nella scorsa stagione ha partecipato al campionato più importante d'Italia e che nel 2008 giocherà un gradino più sotto, in A2, in attesa di ripetere il grande salto. E Mattia Vaschetto, interbase della Juve98 Torino, sodalizio che milita da anni in serie B e che ha recentemente stretto un patto d'acciaio con i cugini Grizzlies per - si dice - (ri)costruire una storia importante di baseball nella città del gianduiotto e del "anduma bin?".

L'obiettivo della giornata per Baseballitalia: costruire uno spot credibile e pure divertente. La location: lo stadio Paschetto di Torino, in via Passo Buole. Nello specifico, gli spazi all'interno del cosiddetto tunnel al coperto che il Comune ha costruito di recente per il bene del baseball torinese. I contenuti: i giocatori coinvolti, in divisa da gioco, avevano il compito di recitare un testo di poche righe e poco altro. Non volevamo forzare la mano, eravamo convinti che il rapporto con la videocamera avrebbe rappresentato una difficoltà di tutto rispetto per atleti non abituati a farsi riprendere. Il tempo era limitato, non potevamo rischiare di ripetere il ciak troppe volte. Invece, ecco che capita l'imprevedibile: i giocatori sfoggiano una sicurezza da far invidia ad attori già rodati. Si piazzano davanti all'occhio freddo dell'attrezzo da ripresa e fanno ciò che era stato chiesto loro con determinazione e scioltezza, come se fosse una cosa da nulla. Roba da non credere, dico io. E subito dopo il pensiero continua: hai visto i giocatori di baseball italiani (ma sì, generalizziamo, cosa volete che sia, e poi il campione di riferimento per il nostro test era sì limitato, ma pur sempre rappresentativo in qualche modo del contesto in cui lavoriamo), sono pronti ad affrontare i mezzi di comunicazione più impegnativi; vuoi vedere che se arriva il professionismo, non scapperanno di fronte alle telecamere della Rai che faranno del loro meglio (le telecamere, ma soprattutto gli operatori che ci stanno dietro e i giornalisti, si intende) per catturare ogni minima loro debolezza per lanciarla in tv all'ora di pranzo o poco prima di cena? Chiaro, se arriva il professionismo, ma arriva?

venerdì 18 gennaio 2008

Società, adesso tocca a voi

Grazie, grazie e ancora grazie. Ma sì, al diavolo la modestia e l'ipocrisia che di solito l'accompagna: desideriamo ringraziarvi per l'entusiasmo con il quale dimostrate di seguire gli sviluppi del progetto Baseballitalia. I numeri parlano chiaro, siete tanti, proprio tanti. Vi siete radunati in sala d'attesa e gridate a voce alta che qualcuno vi apra la porta. E noi la porta la apriremo presto, non temete. Stiamo lavorando sodo per costruire, mattone su mattone, la struttura della nostra nuova grande casa del baseball: sapete com'è, per queste cose ci vuole tempo. Soprattutto se si vuole realizzare una casa solida, che non si faccia prendere per il naso dal primo colpo di vento o da un temporale di mezza stagione. Non manca molto, è questione di giorni, vedrete. Nel frattempo, però, non ce la facciamo a non dirvi nulla. Voi chiedete, noi rispondiamo come possiamo. Ogni tanto la porta l'apriamo, quel tanto che basta per far passare da una mano all'altra un foglietto che spiega cosa sta accadendo. Della tv abbiamo già detto. Oggi, sono arrivati altri video e altre segnalazioni. Sinceramente, non ci aspettavamo un simile riscontro a stretto giro di posta, inutile negarlo. E dovete darci il tempo di organizzarci per sbrigare tutta la corrispondenza. Alcuni video sono già stati inseriti nel nostro palinsesto, altri lo saranno domani. Per dirvi di cosa stiamo parlando: in poco meno di quarantotto ore abbiamo montato circa ottanta filmati. C'è più baseball nella tv di baseballitalia che nella programmazione in chiaro della Rai negli ultimi vent'anni, forse trenta. E questo non è ancora niente, vedrete come si svilupperà il nostro strumento di comunicazione nelle prossime settimane, da non dormire la notte per l'emozione! Ok, apriamo la porta e facciamo passare il foglietto. Altro contenuto del baseballitalia che sarà: lo spazio riservato alle società che parteciperanno, nel 2008, ai campionati di serie A1, A2 e B (per la C ci stiamo attrezzando). Di cosa si tratta? Di un contenitore all'interno del quale confluiranno tutte le notizie relative alle società sopra citate, dall'organigramma al roster della prima squadra, dai comunicati stampa al dettaglio delle loro attività. Avete presente l'almanacco del calcio della Panini? Proprio così, vogliamo fare qualcosa di simile per il baseball. Cosa dite? Che siamo pazzi? Avete ragione, è quello che mi sento dire dai miei colleghi da mesi, è un lavoro lungo ed appassionato che si concluderà fra qualche giorno. E che vedrà, tra i protagonisti, le stesse società, che potranno entrare nella nostra piccola grande enciclopedia per modificare e/o completare il loro profilo. Se non si tratta di una rivoluzione, poco ci manca, non credete?

P.S.: i dirigenti delle società sono invitati a completare la procedura di registrazione su www.baseballitalia.it. Presto, anzi, prestissimo, vi scriveremo per dirvi cosa fare, come fare e perché dovreste farlo. Tutto chiaro?

Dario Pelizzari

giovedì 17 gennaio 2008

Tutta colpa del telecomando

Calzoni corti di un rosso francamente imbarazzante, calzettoni tirati su fino al ginocchio che più in alto non si può, capelli sistemati con criterio maniacale stile "scodella rovesciata", e una faccia da bamboccio tipica dell'età in cui non si è ancora cominciato a fare a botte con l'ego. Questa l'immagine che conservo nella memoria del bambino che veniva fotografato sul terreno di un campo da baseball e che voleva essere altrove. Mio padre giocava allo sport che fu di Babe Ruth da poco meno di una vita. Guantone, pallina, allenamenti, partite, trasferte, pullman, ristoranti, alberghi, borsone da viaggio: se avessi dovuto elencare le parole più ricorrenti del papà atleta in quella stagione della mia vita, avrei cominciato con queste. Insomma, lui era un giocatore di baseball. Io, poco meno di un gomitolo di sogni confusi. Mio padre fece del suo meglio per conquistarmi con la sua passione. Mi regalò tutto il necessario, dal guantone baby alla mazza baby (uno spasso, credo di averla conservata da qualche parte), ma pure la casacca baby (erano gli Yankees?) e il cappellino baby. Mi propose una strada, un'identità, io ne scelsi un'altra. Meglio, su quella strada, l'altra, mi ci trovai per una serie di circostanze che posso inquadrare nella "teoria del complotto", anche se probabilmente molti di voi la conosceranno con altri nomi, il più comune dei quali è "calcio". Non so se rendo l'idea del potenziale delle forze in campo: le partite in cortile nell'intervallo delle lezioni, le figurine Panini, e poi Platini, Maradona, Causio, Scirea, Zoff, la Coppa del Mondo in tv. Come potevo farne a meno? Il finale era già scritto: avrei iniziato a giocare anch'io al calcio, sgomitando con bambocci come me per trovare un posto da titolare nella squadra del quartiere. Il baseball lo riposi in un cassetto, insieme con i sogni di mio padre, ormai rassegnato a vedermi tentare l'avventura tutta lustrini e pailettes dello sport che passavano in televisione. Perché è il telecomando che decide cosa saremo da grandi, ne sono convinto. Sapete come funziona per i bambini, si guarda una cosa che sappiamo essere condivisa e apprezzata e si cerca di ripeterla, per mostrare a sé stessi e agli altri che, tutto sommato, noi siamo proprio bravi. Il mio baseball è stato sconfitto dal telecomando, ma prometto che se un giorno mi proporranno di mettere mano al palinsesto di una rete televisiva, farò il mio dovere: via il calcio, relegato al satellite, quando capita e baseball a volontà, alla mattina, al pomeriggio e alla sera. Scommettiamo che nel giro di qualche mese il numero dei guantoni che vedremo in mano ai bambini supererà di almeno dieci volte quello delle maglie del Ronaldo di turno? Se poi non dovesse accadere, prometto le dimissioni, perché se è vero che niente è impossibile, non si può dimenticare che i ceffoni - quelli che riceverei nel corso della riforma pallonara dai tifosi incazzati al limite dello sfinimento - fanno sempre un certo effetto, spesso non proprio gradevole. Papà, non ti preoccupare, il cassetto del baseball l'ho riaperto da tempo. La casacca baby e il cappellino baby non mi stanno più. In compenso, se ti può far piacere, sulla scrivania c'erano carta e penna...

Dario Pelizzari

mercoledì 16 gennaio 2008

Ciak..il film è cominciato!

Ciao a tutti dal procuratore.
Oggi non avrei voluto scrivere nulla in quanto occupato in estenuanti trattative di mercato (devo tirarmela un pò se no mi rimpiazzano prima ancora di iniziare....non so come mai ma la nonna già mi guarda in cagnesco).
Non volevo scrivere ma alle 17.46 di oggi mercoledì 16 /01/2008 (a proposito fate gli auguri all'ostetrica che oggi ne compie 31!!), è successo ciò che speravo, che ho sognato ma che non credevo potesse verificarsi così in fretta.
Il primo video segnalato da Voi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
...che attualmente è già in rotazione........
Visto quanto è semplice? L'amico Simone, al quale va tutta la nostra gratitudine, e il quale un giorno potrà vantarsi con orgoglio di essere stato il primo mattone di un'opera gigantesca, ci ha segnalato il Milano di ritorno in A2.
Potete già vederlo sul sito.
Simone ha capito l'utilità del servizio (gratuito!ci mancherebbe) e ne ha subito usufruito.
Bravo Simone!
Noi trepidanti aspettiamo Roberto, Gianluca, Matteo,Fabrizio, Andrea e tutti quelli che vorranno utilizzare il nostro/vostro canale per far crescere l'attenzione intorno al baseball in Italia.
Abbiamo già pronte delle sorprese che vedrete nei prossimi mesi, ma da buon procuratore quale sono non vi svelo ancora nulla.
Siamo ancora totalmente "work in progress" ma Simone oggi ci ha regalato una grande soddisfazione....
Chi sarà il prossimo?
Sotto ragazzi il film è cominciato...

martedì 15 gennaio 2008

Ciak...si gira

...avete conosciuto il padre, l'ostetrica e anche la nonna.
Nell'attesa di trovargli una fidanzata con cui mettere su famiglia ecco l'arrivo del procuratore.
Me medesimo.
Il procuratore è importante, dà i consigli giusti, incita il suo pupillo ed è alla perenne ricerca della strada giusta, della strada che porta al successo (che fa un pò sogno americano....ma in fondo è lì che tutto ebbe inizio ed è lì che con la mente corriamo per assaporare un modo di vivere il baseball assai più consono alla sua epica storia....)
Il procuratore si occupa di qualsiasi aspetto organizzativo volto ad alleggerire le pressioni esercitate sul pupillo.
In questo caso però vista la maniacale apprensione del padre e dell'ostetrica (che fanno da contraltare all'edonismo inculcato dalla nonna), il procuratore ha deciso di misurare altrove le proprie forze.
Una tv.
Una tv tutta nostra, da far crescere, da organizzare da far vedere, ma soprattutto da guardare.
Che ne dite?
Io sono due giorni che non dormo dall'eccitazione (ma a onor del vero sono un procuratore molto emotivo per cui non faccio testo...)
Una tv.
Una tv dove riguardarsi, dove vedere i propri beniamini, dove essere protagonisti, dove i tifosi possono cantare l'inno della propria squadra, dove si può semplicemente andare oltre....
Il baseball italiano non interessa alle nostre emittenti? Chissenefrega....l'emittente è nostra...ed è già pronta.
Un esempio di quel che sarà è già presente sul sito. I contenuti attuali sono una scelta fatta dallo staff di video prevalentemente americani (guarda caso....) ma noi siamo convinti di poterli sostituire con i vostri video, con il nostro baseball.
Una tv.
Gratis.
Una tv di baseball, solo baseball, baseball 24 ore su 24...roba da andare a comprare i pop corn adesso.
A breve seguiranno i parametri e le indicazioni necessarie per vedere i vostri video all'interno dei palinsesti di baseballitalia.
Non esitate a contattarmi per richiedere qualsiasi informazione!
Il procuratore vi saluta ricordandovi che per valorizzare le future gesta del proprio pupillo servono grandi dosi di impegno, perseveranza, affetto (e tra nonna, padre etc. siamo coperti), ma soprattutto l'entusiasmo e il calore degli amici, Voi.
A presto.

lunedì 14 gennaio 2008

Dicono che il baseball

Dicono che il baseball sia un gioco difficile. Dicono che per guardare una partita devi avere una pazienza che nemmeno in coda alla posta. Dicono anche che per convincere qualcuno ad accompagnarti, non basta la promessa di una pizza e di una birra, ci vuole molto, ma molto di più.

Dicono tante cose sul baseball, ma non dicono la più vera: il baseball, in Italia, è uno sport fatto da pochi per pochissimi, più o meno da sempre. Non c’è la tv di prima, seconda o terza serata: c’è la tv del satellite, quando si può. Non c’è il pezzo sul giornale sportivo a tiratura nazionale: ci sono due o tre righe sistemate dove c’è spazio e se c’è spazio. Ci sono le voci, quelle sì, dei tanti che vorrebbero cambiare il sistema, puntare sulla rivoluzione e marciare su Roma. E’ la metafora del piccolo paese di provincia. Ci si conosce un po’ tutti e non si perde mai l’occasione di tirare qualche rimprovero al sindaco che ha chiesto ai propri cittadini di versare 20 centesimi per costruire il nuovo oratorio. Qualche baruffa, qualche vaffa e poi tutto torna come prima. Perché nessuno vuole lasciare il paese che in fondo, diciamolo pure, piace, e pure parecchio. Forse perché non c’è altra scelta. Forse perché a menar le mani sono capaci tutti: è quando si deve costruire qualcosa che viene il mal di testa.

Ci hanno scritto, nei giorni scorsi, per chiederci se baseballitalia si schiererà contro la Federazione, oppure no. Avete capito bene, proprio così. Non ci sono stati molti giri di parole, il messaggio era chiaro, anzi chiarissimo. Frequentiamo l’ambiente del guantone da qualche tempo, sappiamo come nascono e crescono queste polemiche che si propagano come un virus lungo il cavo di un pc. Quando si decide che va tutto male, va tutto male, non ci sono sconti, non si fanno prigionieri: si spara a vista e poi si vedrà. La Federazione? Brutta storia, non piace, via, si cambia, avanti il prossimo. Che sarà senza dubbio un’altra cosa, la soluzione ai guai, c’è da scommetterci.

Dicono, perché noi non ci crediamo. A noi piace l’idea che nulla sia completamente bianco e nulla sia completamente nero. Noi siamo per le sfumature. Meglio, siamo per i fatti. Che talvolta possono incontrare il nostro favore, altre volte no. Ma non facciamo il passo successivo, ci fermiamo alle cose che vengono dette e fatte, non a coloro che sono protagonisti di queste azioni. Perché il compito di giudicare non spetta a noi, ma ai nostri lettori, che decideranno che vale la pena di seguirci e che si fideranno di noi. Per alcuni non sarà abbastanza, per noi è l’abc del nostro progetto: fare informazione, non costruire il cappio da stringere al collo del malcapitato di turno. Quindi, alla domanda “Siete pro o contro la Federazione?”, noi rispondiamo: “Cambiate canale, che qui non vi divertite”.

Dario Pelizzari

sabato 12 gennaio 2008

Un adorabile nipotino

E alla fine sul diamante tocca scendere anche a me.
Ho studiato, sto studiando, studierò, si vuole essere all'altezza del compito qui, che credete?
Catcher, hitter, pitcher, umpire, e poi ancora home run, bunt, strike out. E le squadre, le statistiche, le classifiche. Ho già anche eletto la mia squadra MLB preferita e deciso quella da gufare.
Insomma, come dire? Mi sono calato nella parte e sono pronto a dare il mio contributo.

Oggi la rubrica tocca a me, che nell'attuale team di baseballitalia mi occupo di tutti gli aspetti di comunicazione: marchio, grafica, campagne pubblicitarie.
Che se Dario è il genitore impaziente e Marco l'ostetrica preparata per assistere al parto, io che potrei fare?
Chirurgo estetico? No, troppo pretenzioso.
Ve lo immaginerete mica altissimo, biondo e muscoloso già al primo giorno di vita? La sua bellezza sarà da scoprire poco per volta, giorno dopo giorno, avvicinandosi a lui un pò come ci si deve avvicinare a questo sport, con rispetto e curiosità.
Diciamo che sono la nonna del bimbo che prepara per tempo sciarpe e berrettini coi quali vestire il piccolo nipotino che sarà.
Se Marco smanetta io sferruzzo, ecco.

venerdì 11 gennaio 2008

Il nono mese

Ci siamo, il fiocco è pronto, la borsa anche, la culla è al suo posto, abbiamo pannolini e passeggini ma ancora i tempi non sono maturi.
L'aggiornamento del blog oggi tocca a Marco, l'ostetrica del piccolo Baseballitalia, un'ostetrica che fino a un paio di mesi, fa viveva nella più completa ignoranza "Baseballara".
Non che oggi, a ben vedere, la situazione sia di molto migliorata, ma con curiosità si fanno piccoli passi avanti nei confronti di questo sport così differente dall'inflazionatissimo sport nazionale (tanto avaro di soddisfazioni per i miei colori).
Dario è indubbiamente padre e madre insieme di questo progetto e anche grande motivatore, senza di lui questo bambino non starebbe nascendo e noi non ci staremmo avvicinando a questo sport.

Il ruolo di chi scrive oggi è quello di smanettare sul codice, fare a gomitate tra le linee di html e php per far entrare le mille statistiche del baseball in un contenitore web pensato, in origine, per accogliere quei quattro numerini che produce lo sport pedatorio nazionale di cui sopra. Impresa ardua ma non impossibile, gravidanza difficile ma ricca di soddisfazioni.

Ma come procedono i lavori? Un paio di settimane fa si pianificava di andare on line a metà mese, poi però, con realismo, si è deciso di partire da un sito di annuncio, di creare un'attesa mentre avanzano i lavori, di annunciare con anticipo ad amici e parenti che il piccolo baseballitalia scalcia forte e sta per arrivare. Il solo annuncio, nient'affatto strillato, sta attirando una piccola folla di simpatizzanti che tifa per noi a gran voce, che propone aiuto e collaborazione, che attende impaziente un palcoscenico web importante per uno dei troppi sport che questo paese, innamorato di idoli dai piedi di velluto e dal cervello di legno (...), tende ad ignorare e relegare in trafiletti mortuari su testate sportive.

Beh ci siamo signori, l'attesa sta per finire, l'impresa di dare lustro e visibilità a questo bambino non spetterà però solo a noi ma anche a tutti voi che sarete protagonisti della community di Baseballitalia. Perchè questo portale non sarà solo notizie e statistiche, sarà anche scambio di idee, confronto tra tifosi, vetrina di società e giocatori, luogo di amicizie e gruppi di interesse. Tutto questo non sarà possibile senza di voi, cominciate a spargere la voce, ad iscrivervi al sito. Aiutateci ad accendere la luce su questa iniziativa, il web è democratico, questo spazio può essere molto più di un trafiletto su un quotidiano sportivo perché sul web c'è pari dignità per pedatori e lanciatori, dimostriamo che è un errore ignorare tutte le palle che non si prendono a calci.

Ti aspettiamo Baseball Italia!

giovedì 10 gennaio 2008

Diario di bordo: giorno 1

Il sito è in linea, finalmente.
Adesso, tutto sembra più facile. Volevamo che si presentasse bene da subito e credo che il risultato sia stato raggiunto, anche se ci sono delle cose da migliorare. A tale proposito, qualcuno ci ha scritto dicendoci che non è chiaro il discorso relativo alla registrazione. Della serie: cosa succede quando completiamo la procedura di registrazione?
Vero, non è chiaro. La registrazione permette allo staff di baseballitalia di attivare un contatto con quelli che saranno i suoi principali interlocutori: le società, i giocatori, i giornalisti e i tifosi. Per comunicare con loro (società e giocatori) e per comunicare grazie a loro (giornalisti o aspiranti tali, i cosidetti "collaboratori", anche se il termine è poco carino). Baseballitalia è un servizio di informazione assolutamente gratuito, e ci mancherebbe pure che pensassimo di fare pagare ai lettori l'accesso ad un sito web sul baseball italiano: come dire, largo alla creatività ma a freno la follia.
Dunque, per capirci, se volete entrare nel nostro mondo, se volete prendere posto sul nostro aereo, i posti ci sono e noi siamo ben lieti di ospitarvi, di rifocillarvi con il cibo che siamo sicuri sarà di vostro gradimento e di solleticare la vostra curiosità con sorprese che nemmeno la Major League (vabbè, si fa per scherzare, ma cosa avevate pensato?).
Astenersi perditempo, escursionisti della parola e del vuoto, e tutti quelli che sono contro tutto e contro tutti, sempre e comunque. Noi sbaglieremo, sicuramente, e più di una volta. Ma sbaglieremo perché prenderemo delle cantonate, in buona fede, perché "si fa quel che si può". Certo, non con la malizia di chi vuole fare male perché ci siamo svegliati male la mattina o ci ha lasciato la fidanzata, che tanto quella, la fidanzata, ti molla lo stesso, a prescindere da come ti svegli la mattina. Vabbé, ci siamo capiti, o no?
Dirigenti, giocatori, giornalisti e aspiranti tali, tifosi, se ci siete, battete un colpo. Anche due, che noi ascoltiamo, promessa.
Oggi c'è il sole, la neve comincia a sciogliersi, il gatto ha fame, Michele e Marco sono in forma come non mai anche se Recoba non ingrana e tutto procede per il meglio. Primo giorno di diario, siamo al lavoro, baseballitalia scalcia e vuole uscire. Il medico dice che non manca molto, prima o poi le acque si romperanno e si dovrà correre a comprare i pannolini. La stanza è già pronta...

mercoledì 9 gennaio 2008

Baseballitalia.it finalmente on line

Baseballitalia.it è il nome di un progetto che identifica un prodotto editoriale sul baseball italiano, che nasce e si sviluppa su Internet per necessità e vocazione.
L’obiettivo: offrire un’informazione, la più completa ed esaustiva possibile, sui protagonisti del baseball che viene praticato nella nostra penisola. Dalle società ai giocatori, dai dirigenti agli arbitri, e poi ancora notizie, curiosità, statistiche e tanto altro ancora.
Baseballitalia.it è una storia in divenire: crescerà giorno dopo giorno grazie anche e soprattutto al contributo di tutti coloro che vorranno parteciparvi.

martedì 8 gennaio 2008

Nasce baseballitalia.it

"Adoro il baseball. Non serve un significato: è semplicemente bello da guardare".

Lo dice Woody Allen in uno dei suoi film, ne siamo convinti anche noi.
Perché ci piace il baseball? Semplice, perché è bello.
Ci siamo posti una domanda simile qualche tempo fa, quando abbiamo riflettuto sulla possibilità di costruire un nuovo portale sul baseball italiano. Ci siamo chiesti: perché dovremo costruire un sito sul baseball? E la risposta è stata: semplice, perché sarebbe bello. Perché ci permetterebbe di avere un confronto costante con lo sport che amiamo, perché sarebbe uno spazio in cui potremmo trovare le notizie delle squadre che seguiamo, perché eravamo convinti che mancasse qualcosa all'informazione sul batti e corri made in Italy.
Perché, perché, perché. L'avrete capito da voi. Di ragioni ne abbiamo trovate talmente tante, che non abbiamo esitato a dare il via al progetto. Che oggi è diventato una realtà a tutti gli effetti, o quasi.
Cosa manca? Semplice, manca la vostra passione. Che si traduce in un entusiasmo grande così per le persone che hanno deciso di prendere parte a questa avventura. Vero, non vi abbiamo detto nulla sui contenuti di baseballitalia, e sapete perché? Perché vogliamo che siate voi a scoprirli: diciamo che è una sorpresa che sarà rivelata poco alla volta, da qui alle prossime settimane. Perché? Semplice, perché sarebbe bello.

Dario Pelizzari