In attesa che dalle parole si passi ai fatti, e che Baseballitalia diventi una realtà a tutti gli effetti, tangibile, evidente e criticabile, utilizziamo questo spazio per darvi conto di quello che capita intorno a noi. Ci ha scritto un tifoso, un giocatore, un dirigente, non lo sappiamo, la rete nasconde chi si vuole nascondere, ma questo è poco importante. Ci chiede se Baseballitalia ha scelto di proporsi al suo pubblico un po' alla volta per questioni di convenienza, di denaro. A suo dire, chi sta dietro al progetto ha scelto di svelare i contenuti del sito con la pazienza del coltivatore di canapa (la nota di colore è roba nostra) perché in attesa di definire un contratto di sponsorizzazione con qualche grande nome dell'industria italiana. Geniale, assolutamente geniale. Giuro, non ci avevamo pensato. Chiamateci sprovveduti, chiamateci dilettanti, ma noi a questa ipotesi proprio non ci avevamo pensato. E dire che non sarebbe stato male, contarvi una balla, intendo. Raccontarvi quello che stiamo facendo e che vogliamo fare, nascondendo il fatto che per noi era necessario prendere tempo per monetizzare la nostra idea. Spiacente di deludervi, non siamo così furbi, proprio no. La verità è quella che vi abbiamo scritto, riga per riga. Stiamo lavorando per completare le ultime parti del sito, non è cosa facile, credetemi. Perché non abbiamo riferimenti diretti, è tutta farina del nostro sacco, e ci vuole tempo. Poi magari qualcuno non lo sa e allora è meglio chiarirlo subito: il baseball, in Italia, non produce denaro. Almeno, il denaro che produce è così poco che è sufficiente a dare da mangiare a qualche oriundo e ai tipi della Federazione, nulla di più. E a proposito delle ragioni per spiegare il fenomeno, non basterebbero 24 ore di passione e una grande pazienza. Dire che Baseballitalia sta rallentando volutamente il proprio lavoro per attendere la decisione di mister Milione è un azzardo che merita, come risposta, una grassa risata. Intendiamoci: se mister Milione arrivasse davvero, noi non faremo alcuna resistenza, perché folli sì, ma stupidi no. Anzi, a dirla tutta e per completare il pensiero: il nostro progetto prevede, nel tempo, di ricavare denaro da alcune iniziative di sponsorizzazione. Come fanno tutte le aziende che vogliono continuare ad esistere e che hanno l'ambizione di fare sempre meglio. E perché il denaro spesso permette di controllare le lancette dell'orologio, almeno in parte. Con il portafogli gonfio di banconote (si fa per dire, è che ci siamo fatti prendere dall'enfasi del momento), le persone che lavorano attualmente al progetto, potrebbero permettersi di dedicare più tempo allo sviluppo dei suoi contenuti. Insomma, si farebbe sempre meglio, ma questa non è una notizia. Nel frattempo, come si diceva, stiamo lavorando affinché dalle parole si passi ai fatti. Per il resto, abbiate fiducia, noi ci siamo.
Dario Pelizzari
mercoledì 23 gennaio 2008
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